MARMI

L’ANIMA E LA PELLE

Sinuose e compatte, lisce e screziate, vibranti ed immobili nello spazio. In un felice connubio plastico ed espressivo si innalzano la sculture in marmo di Guido Pettenò che si mostrano subito per l’intensa raffinatezza, risolta attraverso una lavorazione calibrata ma incisiva della materia. Tutto nasce da un’idea introspettiva che si percepisce gradatamente. La trasfigurazione plastica di uno stato d’animo, lo scavo analitico dei sentimenti umani, il tocco sapiente che attraverso il modellato comunica fisionomie, segreti, inquietudini o stati di serena compostezza. Ogni creazione diventa un messaggio per accedere alle pieghe segrete della vita ed avvertirne i turbamenti più sottesi. Guido Pettenò toglie la pelle alle sue creature per liberare ciò che c’è dentro e di riflesso spoglia metaforicamente anche se stesso. Le sue sono “presenze” che evocano sentimenti ed emozioni forti appartenenti principalmente a una poetica interiore, e poi più in generale a un mondo sospeso tra l’immaginario ed il reale dove, di riflesso, le creature prendono consistenza o leggerezza nello spazio. La linea melodiosa e misurata, l’effetto ascensionale e centripeto, sono elementi rivelatori nelle sinuose e compatte morfologie così ogni soggetto “respira” e pulsa sotto le superfici soprattutto quando mostra raffinati accenti cromatici che si riflettono nell’effetto plastico perfettamente in equilibrio tra luce ed ombra. Estro e fantasia si concretizzano dunque in metafore allusive che dialogano con lo spazio e quindi con l’osservatore. Il vigore della materia, la plasticità sinuosa dei volumi, accolgono la diafana luce del tempo, il ritmo armonioso delle linee e dei piani, liberando la forma in una preziosa aura evocativa. Da questa affascinante ricerca emerge una purezza stilistica che parla della felicità nel creare e nel trasformare le parvenze anonime della materia grezza in un messaggio positivo di bellezza. Solidità estetica e figurale, intrinseca purezza, sentimento per la vita sono termini che alla fine segnano in Guido Pettenò il raggiungimento di una felice sintesi tra natura e geometria, tra sentimento e ragione, tra arte e vita.

Gabriella Niero    

 

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